| WE ALL ARE B OVER ME TEXT LA BALLATA DEI FALÙ (traccia audio) Il vento  ha suonato i nostri  strumenti
 nel  recinto dei muri.
 Le porte  erano incise sul legno
 che  cantava la strada.
 Dalla  Guinea le voci
 hanno  attraversato l’Atlantico.
 E sono  tornate
 come un  canto muto
 intorno  al camposanto.
 To be free La strada  si è fatta parolaVia del  canto
 della  nostra irrequietezza,
 mentre i  nostri piedi
 si sono  messi in movimento
 con lo  sguardo all’orizzonte.
 Il volo  degli uccelli ha  guidato il cammino
 mentre  le lepri
 ci hanno  guardato.
 Lo  sterco e le formiche
 ci hanno  dato la rotta
 e le  nostre mani
 hanno  accarezzato fiori.
 La mappa  del viaggio era la  memoria del canto,
 che il  nostro corpo
 ha  attraversato.
 Il mare si è  fatto rosso
 blu nero
 giallo.
 To be free L’elicriso  ha rivelato il  segreto dei suoi umori,
 raccontando
 le  storie
 di chi
 gli era  passato vicino
 e  sognava la libertà.
 Le  colonne di pietra
 sono la  porta;
 e le  sbarre del ferro
 sono  diventate i fili colorati.
 Sulla  terra distesiil cielo  abbiamo ascoltato.
 Le  nuvole
 hanno  accolto il viaggio dei migratori
 verso  Sud.
 E il  mondo si è capovolto.
 To be free E le  catene si sono spezzate.Ed è  accaduto.
 Al ritmo  del canto dei gabbiani
 i corpi  hanno danzato
 attraversando  frontiere
 e hanno cancellato  i confini.
 To be free I  carabinieri ci hanno guardato.I  tamburi hanno suonato.
 I cinque  movimenti:
 ognuno  si è straformato in albero
 e  l’albero si è fatto conchiglia
 e poi
 sabbia e  orizzonte.
 E  abbiamo saltato di gioiae il  mare ci ha accolto.
 Il vento  è diventato ponte
 e la  canna era una bandiera
 con i  colori
 del  paese dei Bambarà.
 E le  geometrie dei confinisono diventate  sinuose
 come il  volo degli uccelli.
 E il  ritmo
 era del  tamburo dei Pulé
 e la  voce dei falù.
 To be free E ci  siamo riuniticome nel  guscio
 della  conchiglia.
 E  abbiamo corso sulla sabbia
 che si è  fatta cemento.
 E ancora  la nostra mappa è una  memoria di fili colorati
 che si  legano ad una nassa,
 per poi  sciogliersi
 al  vento.
 E le  nostre strade hanno  incontrato le rotte degli uccelli.
 E i  nostri piedi hanno calpestato spine.
 Ci siamo  fermati
 e  abbiamo composto una stella.
 E  abbiamo progettato il  futuro
 con  campi di olivi
 nella  cala che ne porta il nome.
 La  nostra casa è La Meccae Bamako
 e  Gerusalemme
 e New  York
 ed era  Ramadan.
 E siamo  tutti viaggiatori abitanti
 architetti  dell’isola
 chiamata Immaginaria:
 l’isola  dei falù,
 lì dove  nasce il vento.
 E ci  siamo persiancora  viandanti
 sulla  terra e sul mare.
 E la  strada è diventata il teatro
 dove  questo è accaduto.
 E ancora abbiamo  cantato
 le  parole del viaggio,
 al tempo  dello stare e dell’andare
 e gli  animali a guardare.
 Nel  viaggiodei  compagni ci hanno lasciato.
 Il canto  muto
 della  Guinea
 era per  loro.
 Rahmu.
 E siamo  partiti per  nuove strade
 guardandoci  negli occhi
 e  sollevando lo sguardo al cielo
 con in  mano un pezzo di filo colorato
 e il  blu,
 e lo  sguardo
 pieno di  domande
 e felice  dei bambini,
 all’ora  del cibo condiviso.
 To be free   Raffaele CattedraIsola dell’Asinara, 1 giugno 2019
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