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SELFIE MYSELF

CONCEPT > Dario La Stella, Valentina Solinas
PRODUZIONE > Senza Confini Di Pelle
COLLABORAZIONI > Aldes (LU), Isituto Amaldi Sraffa (TO), Liceo Domenico Berti (TO), Comune di Sassari, Comune di Cagliari, Università di Cagliari


INTRODUZIONE

Con il progetto Selfie MySelf si vuole incontrare la generazione contemporanea degli adolescenti per approfondire in maniera critica la loro esposizione mediatica in relazione con il fenomeno del selfie e con l'utilizzo delle nuove tecnologie legate ai social media.
Tema del progetto è il selfie come filtro nella percezione e rappresentazione della propria immagine nella sfera pubblica - reale e virtuale - della società contemporanea.

Lo sguardo degli adolescenti sul tema del selfie è da ritenersi privilegiato in quanto essi costituiscono la fascia d’età in cui l’utilizzo dei dispositivi digitali e dei social network è più diffuso e meno criticizzato.
Poiché il selfie è l’espressione della costante ricerca da parte degli adolescenti di protagonismo e di riconoscimento all'interno del contesto pubblico virtuale, la sfida è quella di riportare questo desiderio di protagonismo “virtuale” all'interno della sfera concreta, tramite le arti performative.
Sfida che scaturisce dall’osservazione di quanto queste due sfere (virtuale e concreta) della vita quotidiana convivano ed arrivino a confondersi stimolando negli adolescenti la ricerca di un ideale stereotipato e creando falsi miti e aspettative.

CONCEPT

Con Selfie MySelf si affronta la tematica attuale del consumo virtuale dell’immagine in contrapposizione all’esperienza concreta.

Il fulcro dell’analisi è la difficoltà di vivere un’esperienza nel momento in cui accade, perché impegnati nella sua registrazione su un supporto digitale; difficoltà che crea una distanza tra vivere un’esperienza e rappresentarla. La stessa distanza che c’è tra essere un’immagine di me (myself) e avere un’immagine di me (selfie).

Jean-Luc Nancy nel suo libro Corpus dice che il corpo è “aperto” fin dove le sue percezioni arrivano, in questo caso dunque il corpo è sempre in relazione con il mondo intorno a sé. Essere significa essere in relazione, non avere confini corporei, ma percettivi. Avere significa mettere confini tra il corpo e il resto del mondo.

L’aspetto visivo è parte pregnante della nostra contemporaneità di cui il selfie è l’emblema. La realtà è sempre più vissuta attraverso il medium visivo della foto o del video creando una frattura tra l’esperienza e la rappresentazione visiva di questa: fotografarsi in un luogo diventa più importante di esservi presenti. La paura di non ricordare una esperienza se non documentandola ci esclude dall’esperienza stessa e nell’ansia di captare le inquadrature che meglio ci rappresentano, perdiamo l’intensità del momento.

Da questo punto di vista La società dello spettacolo descritta da Guy Debord ha un significato letterale, una società che esiste solo nel momento in cui si autorappresenta in una immagine che tutti possono vedere e condividere. Il supporto visivo è diventato lo strumento che permette di appartenere a questa società. Siamo imbrigliati nella rappresentazione della realtà che vogliamo controllare.

Bersagliati da stimoli che non possiamo controllare, il nostro tempo è frantumato, intervallato dalla continua verifica di social media che, con un effetto simile a quello delle droghe, ci rende dipendenti, mai sazi, colmi e contemporaneamente svuotati. Come risulta da alcune ricerche tra cui lo Stress Center di Yale, questa continua pressione influisce sulle funzioni cognitive deputate al ricordo, all’apprendimento e alla decisione.

Il progetto si articola attraverso sotto progetti, laboratori, spettacoli, mostre, performance, ricerca sociale e social media.

ARTICOLAZIONE

INCHIESTA

Uno degli strumenti di ricerca del progetto è un questionario anonimo di 30 domande suddivise in dati anagrafici, strumenti digitali, percezione della propria immagine. Il questionario ha la duplice funzione di raccogliere dati statistici sul fenomeno del selfie e di creare una base su cui elaborare testi per le possibili elaborazioni artistiche (drammaturgia, racconto, poesia, ecc.).
Al questionario, distribuito nelle scuole superiori, segue una breve discussione sugli argomenti trattati.

LABORATORIO

I laboratori prevedono un percorso formativo attraverso il quale i partecipanti esperiscono gli aspetti espressivi e creativi delle arti performative, ponendo attenzione alla contestualizzazione della propria immagine nel contesto della comunità di riferimento sia virtuale che concreta.
I laboratori utilizzano tecniche delle arti performative (teatro, danza, circo, arti visive) e tecniche di relazione e percezione della propria persona e della propria immagine.
Attraverso una serie di esercizi specifici si esplora il mondo attraverso ogni singolo senso. L’aspetto visivo, così fortemente presente, passa in secondo piano, aumentando la dimensione degli altri canali percettivi, componendo un quadro (il mondo esterno) molto più denso e stratificato in cui la presenza corporea ne è parte integrante e non solo un passivo osservatore.     

    

 

SELFIE MYSHOW

Selfie MyShow è il blog del progetto Selfie MySelf. www.selfiemyshow.wordpress.com
Parallelamente a tutto il percorso laboratoriale descritto, gli alunni sono invitati a partecipare attivamente, mediante l’inserimento di contributi multimediali e riflessioni, alla stesura di un blog, utilizzandolo come spazio pubblico “virtuale” in cui inserire i propri commenti sul tema del selfie e della percezione e rappresentazione della propria immagine.
Il blog ha la doppia funzione di osservatorio costante del processo progettuale e di collegamento tra tutti i suoi partecipanti, provenienti da comuni e scuole differenti, per innescare processi di scambio e integrazione. Inoltre il blog è uno strumento che fornisce grande visibilità al progetto, ponendosi come piattaforma di riferimento per la comunicazione del progetto stesso.

 

SELFIE MYCITY

Il sotto progetto Selfie MyCity è un percorso esperienziale di sensibilizzazione sulla percezione della propria immagine in relazione all’ambiente urbano circostante con cui creare un dialogo.
Se i luoghi partecipano quotidianamente alla costruzione della propria identità e i selfie concorrono alla sua rappresentazione nello spazio pubblico virtuale, attraverso Selfie MyCity si vuole creare un eco che dalla vita quotidiana riverbera nella creazione artistica. Nell’integrazione dell’immagine della città con l’immagine di se stessi, la città diventa lo spunto per l’espressione di se stessi attraverso l'utilizzo del corpo come mediatore di esperienza vissuta a contatto diretto con lo spazio urbano.
Per ogni contesto urbano indagato viene aggiunto il tag #nomecittà.

La cittā di Sassari č stata la prima ad essere oggetto di questa ricerca.

 

SELFIE MYCITY#SASSARI

 

POSSIBILI DERIVE

Un altro sotto progetto è la performance Possibili Derive, nata dalle suggestioni di Selfie MySelf. La sua struttura prevede due performer ed una installazione di specchi. La performance è pensata appositamente per spazi museali. Maggiori dettagli sulla pagina.