SELFIE MYSELF CONCEPT > Dario La Stella, Valentina Solinas
INTRODUZIONE Con il progetto Selfie MySelf si vuole incontrare la generazione contemporanea degli adolescenti per approfondire in maniera critica la loro esposizione mediatica in relazione con il fenomeno del selfie e con l'utilizzo delle nuove tecnologie legate ai social media. CONCEPT Con Selfie MySelf si affronta la tematica attuale del consumo virtuale dell’immagine in contrapposizione all’esperienza concreta. Il fulcro dell’analisi è la difficoltà di vivere un’esperienza nel momento in cui accade, perché impegnati nella sua registrazione su un supporto digitale; difficoltà che crea una distanza tra vivere un’esperienza e rappresentarla. La stessa distanza che c’è tra essere un’immagine di me (myself) e avere un’immagine di me (selfie). Jean-Luc Nancy nel suo libro Corpus dice che il corpo è “aperto” fin dove le sue percezioni arrivano, in questo caso dunque il corpo è sempre in relazione con il mondo intorno a sé. Essere significa essere in relazione, non avere confini corporei, ma percettivi. Avere significa mettere confini tra il corpo e il resto del mondo. L’aspetto visivo è parte pregnante della nostra contemporaneità di cui il selfie è l’emblema. La realtà è sempre più vissuta attraverso il medium visivo della foto o del video creando una frattura tra l’esperienza e la rappresentazione visiva di questa: fotografarsi in un luogo diventa più importante di esservi presenti. La paura di non ricordare una esperienza se non documentandola ci esclude dall’esperienza stessa e nell’ansia di captare le inquadrature che meglio ci rappresentano, perdiamo l’intensità del momento. Da questo punto di vista La società dello spettacolo descritta da Guy Debord ha un significato letterale, una società che esiste solo nel momento in cui si autorappresenta in una immagine che tutti possono vedere e condividere. Il supporto visivo è diventato lo strumento che permette di appartenere a questa società. Siamo imbrigliati nella rappresentazione della realtà che vogliamo controllare. Bersagliati da stimoli che non possiamo controllare, il nostro tempo è frantumato, intervallato dalla continua verifica di social media che, con un effetto simile a quello delle droghe, ci rende dipendenti, mai sazi, colmi e contemporaneamente svuotati. Come risulta da alcune ricerche tra cui lo Stress Center di Yale, questa continua pressione influisce sulle funzioni cognitive deputate al ricordo, all’apprendimento e alla decisione. Il progetto si articola attraverso sotto progetti, laboratori, spettacoli, mostre, performance, ricerca sociale e social media. ARTICOLAZIONE INCHIESTA Uno degli strumenti di ricerca del progetto è un questionario anonimo di 30 domande suddivise in dati anagrafici, strumenti digitali, percezione della propria immagine. Il questionario ha la duplice funzione di raccogliere dati statistici sul fenomeno del selfie e di creare una base su cui elaborare testi per le possibili elaborazioni artistiche (drammaturgia, racconto, poesia, ecc.). LABORATORIO I laboratori prevedono un percorso formativo attraverso il quale i partecipanti esperiscono gli aspetti espressivi e creativi delle arti performative, ponendo attenzione alla contestualizzazione della propria immagine nel contesto della comunità di riferimento sia virtuale che concreta.
SELFIE MYSHOW Selfie MyShow è il blog del progetto Selfie MySelf. www.selfiemyshow.wordpress.com
SELFIE MYCITY Il sotto progetto Selfie MyCity è un percorso esperienziale di sensibilizzazione sulla percezione della propria immagine in relazione all’ambiente urbano circostante con cui creare un dialogo.
Un altro sotto progetto è la performance Possibili Derive, nata dalle suggestioni di Selfie MySelf. La sua struttura prevede due performer ed una installazione di specchi. La performance è pensata appositamente per spazi museali. Maggiori dettagli sulla pagina.
|